Renzi alla prova delle Europee, ma il Pd dov’è?

Renzi allo stadio: pro o contro il Pd?Dopo essere stato osannato come salvatore della Patria e portatore (più o meno) sano di buona politica, è arrivato per Matteo Renzi il momento di dimostrare quanto vale… elettoralmente parlando. Le Europee sono alle porte e, secondo Ipsos, il Partito Democratico, trainato dal “fattore Renzi”, si attesterebbe, nelle intenzioni di voto, sul 33,9% dei consensi. La domanda sorge spontanea: riuscirà il Pd a perdere anche queste elezioni?

La vendetta di Silvio: Pdl troppo morbido, ritorna Forza Italia

Silvio Berlusconi in versione Truce Baldazzi invoca vendetta vera contro i giudici di MilanoLa vendetta, si sa, è un piatto che va servito freddo. Anzi congelato. Ne sa qualcosa Silvio Berlusconi che, 3 giorni dopo la sentenza sul caso Ruby che lo ha visto condannato a 7 anni e interdetto per sempre dai pub(bl)ici uffici, ha pensato bene di tirare fuori dal freezer, dopo 4 anni, nientepocodimenoche Forza Italia. “Il Pdl resterà come coalizione dei partiti di centrodestra: Forza Italia ne farà parte e temo che sarò ancora chiamato ad essere il ‘numero 1”, ha dichiarato ieri il Berlusca al Tg1. Il giocattolino che tante soddisfazioni ha regalato a Silvio, in termini di adorazione mistica e (più concretamente) leggi ad personam, torna così a vivere, riportando l’Italia ai tempi del primo, rampante berlusconismo. Primo obiettivo, neanche a dirlo, la riforma della Giustizia. Esattamente come 20 anni fa. Per Letta e non solo si preannunciano tempi difficili. Free Truce Silvio!

Sentenza Rubygate: chi di figa ferisce di (s)figa perisce

Rubygate: Silvio Berlusconi e Ilda Boccassini giocano a bubu-setteSette anni di galera e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Sì vabbè è solo il primo grado di giudizio, ma anche solo ascoltare la sentenza emessa ieri dal Tribunale di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi fa bene al cuore. In primo luogo perché indica che, al di là di tutto, la Logica ha ancora un valore in questo Paese dove avvocati, politici di mezza tacca e pseudo-giornalisti si sono battuti fino all’ultimo istante per cercare di convincere giudici e opinione pubblica che: a) Ruby (marocchina) fosse la sfortunata nipote di Mubarak (egiziano); b) Nicole Minetti fosse una sorta di Madre Teresa de noantri, per giunta innamorata di Silvio; c) le “olgettine” fossero ragazzette solo un po’ esuberanti; d) Papi Silvio fosse un benefattore nonché organizzatore di “cene eleganti”. Questa sentenza non rappresenta il trionfo della Legge (lei sì che è stata da stempo stuprata) sul malaffare, ma dell’intelligenza e del ragionamento sull’idiozia indotta. Ora non resta che attendere gli altri gradi di giudizio. Sperando che tutto non si trasformi nell’ennesima farsa all’italiana.

Sull’Iva il governo si affida ai miracoli: già contattato il prof. Gesù Cristo

Flavio Zanonato si affida ai miracoli per evitare l'aumento dell'Iva: contattato il prof. Gesù Cristo“Abbiamo provato niente per scongiurare l’aumento dell’Iva e abbiamo ottenuto niente. Ora prego contattare il prof. Gesù Cristo”. Si può sintetizzare così l’approccio del governo Letta al tema dell‘incremento dell’Iva. Un provvedimento, come al solito “eredità dei passati governi” (anche se né il Berlusca né Monti vogliono sentirne parlare), che punta a recuperare 4 miliardi di euro portando l’imposta sul valore aggiunto dal 21 al 22% a partire dal primo luglio. Non c’è che dire: una trovata a dir poco geniale in un momento di crollo generalizzato dei consumi.  Da parte sua ieri il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato non ha trovato parole migliori di queste per descrivere la posizione dell’esecutivo: “Saccomanni è impegnato a bloccare l’aumento dell’Iva e mi auguro davvero che ci riesca. Ora la palla è nelle sue mani, speriamo in un miracolo”. Insomma in Saccomanni we trust. E, se non bastasse, c’è sempre la carta Padreterno.

Cittadino carogna, ritorna nella fogna: il Movimento 5 Stelle si spacca ancora

Ancora espulsioni nel Movimento 5 Stelle: Beppe Grillo non perdonaQuanti ricordano il film “Un sacco bello” di Verdone? Nell’ultima sequenza il giovane e ingenuotto Leo esce di scena ripetendo come un mantra: “Meno male che non c’è due senza tre ma qua me pare che non c’è tre senza quattro, non c’è quattro senza cinque, non c’è cinque senza sei, non c’è sei…”. Il Movimento 5 Stelle, che dei numeri ha fatto la sua ossessione a cominciare dal nome e passando per lo slogan “Uno vale uno”, sembra ormai aver preso la strada di Leo. Non condividi le idee del Movimento (che corrispondono guarda caso in toto con quelle di Grillo)? Sei fuori. Tu anche? Sei fuori pure tu. L’ultima a finire sulla “lista dei cattivi” è stata la senatrice Adele Gambaro, classe ’64, rea di aver commentato così il pessimo risultato del M5S alle elezioni amministrative: “Stiamo pagando i toni e la comunicazione di Beppe Grillo, i suoi post minacciosi, soprattutto quelli contro il Parlamento […] Due comuni al M5s non sono un successo, ma una debacle elettorale. Inoltre ci sono percentuali molto basse”. Parlando ancora di numeri, a nemmeno 4 mesi dalla formazione del nuovo Parlamento, hanno già abbandonato il Movimento Alessandro Furnari, Vincenza Labriola e Marino Mastrangeli. Chi sarà il prossimo?

Riforme? No, grazie. Lo strano “interesse nazionale” di Enrico Letta & friends

Berlusconi e Napolitano protagonisti del film Amici di LettaStrano destino quello del Pd. Che vinca o che perda, l’apatia regna sovrana. Persino il clamoroso successo nelle elezioni amministrative (un 16 a 0 mai visto prima) è stato accolto con moderata soddisfazione. Colpa degli equilibri di governo che vedono Pd e Pdl collaborare nel nome di un presunto ed estremamente labile “interesse nazionale”. Non sia mai allora che scappi qualche dichiarazione che possa irritare… l’avversario? sodale? alleato? “Guardando il risultato delle amministrative, complessivamente, è un risultato che rafforza lo schema del governo di larghe intese”, ha commentato in modo quantomeno surreale il premier Enrico Letta. Peccato che per mantenere salde le “larghe intese” l’esecutivo sia praticamente immobile così da non scontentare nessuno. Lo ha sottolineato a chiare lettere anche il Financial Times in un suo recente editoriale. Sulla carta Letta, “vuole tagliare le tasse, aumentare la spesa per l’istruzione e, allo stesso tempo, rispettare gli obiettivi sul deficit fissati da Bruxelles” ma nella pratica “ha fatto molto poco per rimettere in moto l’economia”. Ma dai? Non ce ne eravamo accorti!

Alla ricerca degli elettori perduti

Elezioni amministrative 2013: seggi desolatamente vuotiAlla fine ce l’hanno fatta. Tanto si sono ingegnati e hanno insistito politici, partiti e movimenti che alla fine gli elettori italiani si sono davvero rotti le palle, boicottando in masse le elezioni amministrative 2013. I dati del Ministero degli Interni parlano di un’affluenza alle urne che si è fermata al 59,76% degli aventi diritto al primo turno, calata ulteriormente al 48,57% nei ballottaggi. Solo qualche mese prima, alle elezioni politiche di febbraio, i votanti erano stati il 75,20%. Insomma una tornata elettorale che conferma come voglia di partecipazione e fiducia nella politica siano ormai ai minimi storici, complici anche il maxi-inciucio del governo Letta, le spaccature nel Movimento 5 Stelle e gli abituali scandali e scandaletti. Ma a qualcuno importerà?

La Legge di Silvio e la “rivolta moderata” targata Daniela Santanché

Daniela Santanché invita gli elettori del Pdl a non pagare le tasse contro la persecuzione giudiziaria del leader BerlusconiSiete incazzati contro lo Stato ma da bravi moderati non ve la sentite di menare poliziotti e spaccare vetrine? La rivoluzionaria Daniela Santanché ha la soluzione che fa per voi: non pagate più le tasse. La proposta di “rivolta soft” è arrivata ieri nel corso della trasmissione Otto e mezzo allorché la esponente del Pdl, commentando la condanna di Berlusconi nel caso Unipol, ha dichiarato: “Ci sono dieci milioni di persone che non hanno votato il Pdl, ma Silvio Berlusconi. Loro non staranno silenti di fronte alla fucilazione giudiziaria del loro leader. E quindi hanno un solo strumento: non foraggiare più lo Stato. Non pagare le tasse”. Il concetto è chiaro: la Legge di Silvio è superiore a quella degli uomini. Amen.

Si scrive “abolizione del finanziamento pubblico ai partiti”, si legge “presa per il culo”

Finanziamento pubblico ai partiti: verranno sostentati con il 2 per mille dei contribuentiQualcuno glielo spieghi al signor Enrico Letta. O meglio che se lo vada a leggere sul vocabolario. Abrogazione significa cessazione, eliminazione, cancellazione, abolizione. Non certo “leggera modifica” o “differente ripartizione”. Una volta chiarito questo concetto magari si potrà discutere con cognizione di causa della (pessima) riforma del finanziamento pubblico ai partiti. Un disegno di legge che continua a prevedere che una quantità enorme di denaro (si parla di 61 milioni di euro l’anno se verrà imposto un tetto) entri de facto nelle casse dei partiti attraverso il 2 per mille delle dichiarazioni dei redditi. Prima era lo Stato ad elargire i fondi, ora i singoli cittadini. Come se tra Stato e contribuenti non ci fosse alcun legame. Ma c’è di più: non è possibile chiamarsi fuori da questo assurdo meccanismo. Il 2 per mille di chi non sceglie verrà infatti ripartito in “modo proporzionale” a partiti e partitini secondo le preferenze espresse dagli altri contribuenti, un po’ come avviene con l’8 per mille alla Chiesa Cattolica. Insomma si scrive riforma, si legge “presa per il culo”.

Festa della Repubblica: Napolitano e il difficile concetto di sobrietà

Il diktat di Giorgio Napolitano: festa della Repubblica all'insegna della sobrietà ma sì alla parata militareCi risiamo. Seguendo le indicazioni del presidente Napolitano, anche quest’anno la Festa della Repubblica sarà all’insegna della sobrietà. Come nel 2012. E nel 2011. E nel 2010. Ma come si fa a festeggiare sobriamente? Bisogna essere allegri, ma non troppo? Occorre far casino ma senza esagerare? Si può essere un po’ contenti e un po’ tristi? L’unica certezza è che anche questo 2 giugno, nonostante il “momento difficile”, non si rinuncerà alla parata militare ai Fori Imperiali. Costo? 1,5 milioni di euro secondo il nuovo ministro della Difesa Mario Mauro. Ma per carità: niente Frecce tricolori. Troppo colorate e troppo rumorose. Suvvia, siamo sobri!